ZONGOLONI

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Zongoloni e il Taita Sisal

Il 22 settembre 2012 Il DSWT venne allertato che una elefantessa ferita gravemente ed il suo cucciolo si trovavano nel bush nella zona del Taita Sisal. L’Unità Mobile Veterinaria del DSWT / KWS dello Tsavo partì immediatamente in loro soccorso capitanata dal dott. Poghon. Giunti sul posto videro che la madre aveva una brutta ferita da pallottola nell’arto anteriore: dopo averle anestetizzate entrambe, medicarono la madre tenendo presente che la pallottola era ancora interna e vi erano dei frammenti ossei. Una settimana dopo vennero avvistate nella Conservancy. L’elefantessa sembrava riuscisse a muovere l’arto e ad appoggiarvi sopra tutto il peso; non vi erano segni di peggioramento. Questo fece ben sperare in una pronta guarigione. Ma così non fu: la settimana successiva vennero viste al Mgeno Ranch. L’elefantessa giaceva a terra, evidenti erano i segni dei suoi disperati tentativi di rialzarsi. Al suo fianco la piccola impegnata a difenderla da chiunque si avvicinasse per farle del male. Entrambe erano esauste, ormai a digiuno da diversi giorni. La piccola, disidratata, beveva l’urina della madre alla disperata ricerca di liquidi. Fu dopo aver assistito a questa scena che, Kevin Carr Hartley e sua moglie Jen del Taita Sisal, chiamarono Angela Sheldrick segnalando la necessità del recupero della piccola e l’eutanasia della madre. Quando la squadra anti bracconaggio del Voi del DSWT e del KWS giunse sul posto, si trovò dinanzi una scena da spezzare il cuore: la piccola, seppur debole, stava in piedi accanto alla madre vegliandola e proteggendola. Al Mgeno Ranch arrivò anche la squadra costituita dai Keepers di Nairobi : catturarono la piccola e fecero l’eutanasia alla madre in fin di vita e molto sofferente. Procedettero poi a caricare l’elafantina sull’aereo per portarla alla Nursery di Nairobi dove giunse a notte inoltrata. Venne accompagnata nella sua stalla tra Vuria da un lato e Faraja e Jasiri dall’altra: rasserenata dalla loro presenza, bevve il suo bel biberon di latte. Venne chiamata Zongoloni, nome Taita di una collina vicino al luogo del suo ritrovamento. Una volta terminato l’effetto del calmante, però, cominciò a manifestare un comportamento aggressivo di difesa: accettò di bere il latte solo dal secchio dentro alla stalla. Per aiutarla ad acclimatarsi, tutti i giorni i keepers fecero mangiare gli altri orfani vicino alla sua stalla in modo che lei potesse vedere l’amore e la cura dei Keepers, la routine quotidiana e conoscere un po’ alla volta i suoi futuri amici. Molti e  molti giorni passarono ma alla fine riuscì a riconoscere la sua nuova famiglia e ad accettarne tutto l’amore. Oggi Zongoloni si trova al centro di recupero di Umani : è un’elefantessa caparbia e decisa ma dal cuore buono.

Il ciondolo di Zongoloni

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