TUSUJA

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Tusuja e la Riserva di Olare Orok.
 
Una sera del 26 giugno 2015, il sig Mark Goss del progetto “Gli elefanti del Masai Mara”, chiamò Angela Sheldrick allertandola di un possibile recupero: nella Conservancy di Olare Orok era stato avvistato un piccolo di elefante che vagabondava solitario.
Nella zona, non vi era traccia di alcuna mandria e, vista la ricchezza di predatori nella zona e la vulnerabilità del cucciolo, venne presa la decisione di catturarlo nonostante l’ora tarda.
Una squadra capitanata dal sig. Richard Pye si mise in moto e lo recuperò alle 16.40, facendolo poi salire su di un trailer per condurlo al Quartier Generale di Iseketa, dove avrebbe passato la notte al sicuro, in attesa dei keepers del DSWT.
Il trailer venne parcheggiato contro un muro e sotto una tettoia perchè aveva cominciato a piovere. Il piccolo stava in piedi e quindi non era necessario sdraiarlo per dormire . Con grande stupore di tutti, nonostante i lati alti del trailer, il piccolo riuscì a scavalcare e scappò durante la notte…
L’aereo del DSWT, programmato per partire alle 7.30, venne sospeso in attesa del ritrovamento del piccolo fuggitivo.
Dopo un lungo pattugliamento della zona, finalmente gli scout lo trovarono: erano le 11.30. Si tennero ad una distanza di sicurezza vegliando su di lui in attesa della squadra del DSWT.
Richard Pye accolse i keepers di Nairobi e li condusse sul posto del ritrovamento: tutti insieme, con estrema attenzione, dolcezza e rispetto dell’elefantino, riuscirono a riacciuffarlo. Venne fatto salire sul trailer ma questa volta affiancato da due keepers che gli fecero compagnia e lo rassicurarono.
Si diressero all’aereo sul quale venne imbarcato in sicurezza. Doveva avere circa 15 mesi e le sue guance incavate, la pancia rientrante ed i vermi nelle feci indicavano come fosse solo da molti giorni. Finalmente giunti alla Nursery, i Keepers poterono medicarlo e dargli un biberon di latte: il piccolo sembrò capire di essere al sicuro, di trovarsi tra uomini che si sarebbero presi cura di lui. Ma soprattutto sentì il rumble di benvenuto degli altri orfani che lo rincuorarono.
La sua stalla era adiacente a quella di Roi che lo confortò tutta la notte allungando la sua proboscide per rassicurarlo ogni qualvolta si avvicinava a lei.
Al mattino bevve il suo bel biberon di latte e cominciò fiducioso a succhiare le dita dei keepers. Venne chiamato Tusuja che significa “seguire”: dopo un inizio turbolento, con una fuga che aveva lasciato tutti allibiti, cominciò infatti a manifestare un comportamento calmo e collaborante e a seguire i suoi Keepers.
I mesi successivi vennero impiegati nella cura dei molteplici parassiti che lo avevano attaccato: furono necessari trattamenti intensivi ma dopo alcuni mesi la situazione fu risolta e cominciò a stare bene ed il suo sistema immunitario si fortificò.
Tusuja oggi si trova alla Nursery, è un elefantino vivace e allegro ma soprattutto…famoso per le sue buone maniere!

 

Il ciondolo di Tusuja

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