ENKESHA

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ENKESHA Data di nascita 18-2-2016/ Età al ritrovamento 1 anno/ Luogo di ritrovamento Masai Mara/ Centro di permanenza Nursery di Nairobi/ Sesso F/ Cause ritrovamento Bracconaggio

È stato il fato a separare questa elefantina dalla sua famiglia, ma fortunatamente non le è stata portata via la vita. La piccola, di circa 1 anno d’età, venne notata con un laccio di fil di ferro profondamente attorcigliato nella sua proboscide, la sera del 10 febbraio 2017, nel Masai Mara. Era troppo tardi quel giorno per intervenire, così venne monitorata durante la notte dai ranger. Ma gli elefanti si spostarono in una zona fitta di alberi, e il mattino seguente un elicottero del Mara Elephant Project dovette intervenire perché si spostassero in una zona più aperta. Era evidente che la piccola stava soffrendo tantissimo. Venne immobilizzata con un tranquillante sparato da un veterinario mentre si teneva lontana la madre. Il fil di ferro era penetrato profondamente nella proboscide, tranciandola quasi completamente. Il team si trovò davanti a tre opzioni: amputare la proboscide, tentare di riattaccarla o lasciarla così com’era. In qualsiasi caso nessuna delle opzioni poteva essere decisa sul posto, tenendo conto del fatto che oltre alle medicazioni e al monitoraggio della piccola, bisognava nutrirla. Si decise di trasportarla al David Sheldrick Wildlife Trust. Le venne somministrato un antinfiammatorio e un antidolorifico per consentirle un volo tranquillo verso Nairobi. Non è mai facile prendere la decisione di separare un piccolo elefante dalla madre, ma in questo caso non ci fu scelta. Il giorno dopo tre veterinari la operarono per riattaccarle la proboscide. Tutto andò bene anche se fu una sfida in quanto la proboscide si contrae, espande, si muove in continuazione. Il giorno dopo l’operazione ENKESHA (così venne chiamata la piccola) si tiro’ via i punti che le vennero dati e così si tornò daccapo. Si penso’ all’amputazione, ma la punta della proboscide è troppo importante per l’acquisizione del cibo e un’altra anestesia avrebbe messo a rischio la sua vita.Si lavorò duro a tenere pulita la ferita per evitare un’infezione e fare in modo che potesse guarire poco per volta naturalmente. E piano piano le sue condizioni migliorarono e la sua capacità di usare quello che le era rimasto della proboscide è andata oltre a quello che ci si aspettava. Purtroppo ai bordi del Masai Mara è comune l’uso di mettere queste trappole fatte di fil di ferro, per catturare gli erbivori per poi mangiarne la carne. C’è chi lavora giorno e notte per prevenire questa pratica che indiscriminatamente catturo’ ENKESHA. Ma adesso si è sicuri che questa piccola sarà in grado di vivere una vita totalmente indipendente e selvatica.

Il ciondolo di ENKESHA

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