SOKOTEI

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La storia di SOKOTEI Per più di una settimana agli inizi del 2014 tutto il DSWT, il KWS, Save the Elephants e tantissime persone nel mondo seguirono la storia di un’elefantessa di nome Cherie che stava combattendo per la propria vita. Cherie faceva parte di una famiglia di elefanti nel Samburo, nel nord del Kenya, conosciuta col nome di “the first ladies”. Sembrava soffrire di forti dolori allo stomaco prima di collassare il 7 aprile 2014. Al suo fianco aveva un piccolo di circa 5-6 mesi d’età. Il veterinario del KWS, Dr. Bernard Rono, venne chiamato per ispezionarla a distanza dato che era troppo debole per sopravvivere a un anestetico. Non c’erano ferite visibili, e per tutti i presenti era davvero straziante, pur essendo così vicini, non potere fare nulla per aiutarla. Si sperava nella capacità che gli elefanti hanno di guarire da soli. Cherie venne monitorata tutta la notte con un team pronto a salvare il suo piccolo se il peggio fosse accaduto. Il mattino seguente Cherie era di nuovo in piedi, mmangiava mentre il suo piccolo succhiava il latte e tutta la famiglia le era intorno. Ma tutte le speranze vennero a meno quando nel pomeriggio nuovamente Cherie si corico’ sulle rive del fiume e il suo cucciolo sembrava più debole e apatico, come se non avesse avuto abbastanza latte. Non si sapeva cosa fare, se intervenire e salvare il piccolo, ma questo voleva dire addormentare per sempre Cherie, o darle ancora un’altra chance con la speranza che guarisse. Quella notte di nuovo sembrò migliorare e il 9 aprile si vide che mangiava della Commiphora africana ( una pianta usata dai Samburo come medicina), ma purtroppo nel pomeriggio di nuovo collasso’ lasciando tutti in suspense. Tristemente quella stessa sera Cherie si corico’ per l’ultima volta nel letto prosciugato del fiume. Mori’ lasciando il suo giovane piccolo. In molti rimasero a controllare l’elefantino quella notte; un temporale stava arrivando e il piccolo provo’ a lasciare il corpo della madre per cercare conforto negli altri membri della sua famiglia. Da solo era vulnerabile ai predatori, così, senza successo, si cerco’ di prenderlo tra i cespugli di Salvadora (Sokotei). Tra questi cespugli (da qui venne chiamato SOKOTEI) si riuscì la mattina dopo a catturare l’elefantino. Durante il volo verso Nairobi venne reidratato con una flebo e arrivò alla nursery nel primo pomeriggio del’11 aprile 2014. Era assetato e avidamente bevve due biberon di latte e dell’acqua. Una volta calmata la sete iniziò a investigare il circondario, esaminando tutti gli angoli della sua nuova casa. SOKOTEI non si dimostrò aggressivo verso i keepers o preoccupato della gente che gli stava intorno e prontamente alzò la sua proboscide per controllare le persone vicine. Quando due keepers entrarono nella sua stalla, dopo due false cariche, decise di accettarli; si mise a succhiare le loro dita e alla fine, stanco e triste per la perdita della sua mamma, si corico’. I primi orfani che si avvicinarono a SOKOTEI furono furono Barsilinga e Kithaka e i tre elefanti intrecciarono le loro proboscidi per salutarsi. Dopo arrivò Tundani seguito da Suswa. SOKOTEI, esausto per la tragica perdita e il drammatico salvataggio, era sicuramente sollevato dal fatto di vedere altri elefanti, tanto che iniziò a giocare con i rami dei cespugli che erano nella sua stalla e poi si buttò giù, si rotolo’ e iniziò a riposare. Nel frattempo venne eseguita un’autopsia su Cherie, si stabili’ che ebbe una torsione dell’intestino, e che non fu in grado di defecare per quasi una settimana. Una seria infezione occorse e come risultato il suo intestino iniziò a marcire. Fortunatamente gli esami del sangue di SOKOTEI risultarono a posto. Il giorno dopo segui’ gli altri elefanti fuori nella foresta, amo’ subito la loro compagnia anche se era chiaro che aveva una grande nostalgia per la sua mamma e la sua famiglia. Anche se amava il latte che gli veniva dato iniziò a soffrire di diarrea. Il suo stomaco non poteva far fronte a tutto quello stress e al nuovo latte che gli veniva dato. Venne messo a dormire vicino a Barsilinga per aiutarlo a ridurre lo stress e venne trattato con antibiotici. Dopo due settimane SOKOTEI cominciò a stare meglio rinforzandosi giorno dopo giorno. All’inizio era un po’ riluttante a tornare nella stalla per la notte ma poi entrò nella routine e ogni sera correva con gli altri e ritornava da solo nella sua stalla ben sapendo dov’era. Il figlio di Cherie crescerà, diventerà un forte maschio e porterà i geni di sua madre alle future generazioni.

Il ciondolo di Sokotei

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