QUANZA |
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La storia di QUANZA…
Nell’area conosciuta col nome di Lemomo vicino al confine tra la Tanzania e il Kenya, tre famose elefantesse dell’Amboseli della famiglia Q (Qumquat, sua figlia Quantina di 13 anni, e un’altra figlia di soli 10 anni), vennero uccise a colpi di fucile da bracconieri della Tanzania il 28 ottobre 2012. La Tanzania è sempre stato uno dei paesi africani purtroppo con grandi numeri di bracconieri e di elefanti uccisi e molti uomini che vivono in Kenya al confine con la Tanzania passano informazioni ai bracconieri sui movimenti dei famosi elefanti dell’Amboseli. Tradizionalmente gli elefanti dell’Amboseli migrano in Tanzania nelle foreste del Kilimanjaro. Questa è un’antica rotta migratoria fermamente impiantata nella loro così misteriosa memoria genetica. La popolazione dell’Amboseli è l’unica popolazione di elefanti in Africa dove alcune famiglie sono rimaste naturalmente intatte, condotte da vecchie e sagge matriarche come Qumquat, e molte di loro hanno delle zanne uniche e di grosse dimensioni, proprio come alcuni dei vecchi maschi. La famosa matriarca Qumquat nacque nel 1968 e fu una delle famose icone dell’Amboseli. Da anni lei e la sua famiglia venivano seguite e studiate dell’Amboseli Trust for elephants e solo 24 ore prima vennero fotografate insieme da Nick Brandt. Erano calme e si fidavano dei loro ammiratori umani. Il figlio di Quantina di solo 6 mesi non venne ritrovato, mentre fortunatamente QUANZA, l’ultima figlia di Qumquat venne risparmiata e ritrovata. Qumquat fu la leader della famiglia Q per quattro decadi, e aveva due lunghe e facilmente riconoscibili zanne, sua figlia QUANZA, nata il 12 ottobre 2011 fu la prima nata dopo la devastante siccità che colpi’ l’Amboseli nel 2009. Le venne dato il nome QUANZA che in swahili significa “primo”. Qumquat venne già trattata nel 2009 per ferite da arma da fuoco. A quel terribile incidente sopravvisse e divenne un’icona internazionale con la sua magnifica e sorprendente presenza, un’elefantessa con una natura gentile e con meravigliose qualità di leadership. La sua brutale uccisione è stata una grandissima perdita per il mondo e le immagini della sua faccia mutilata per poter staccare le sue bellissime zanne, per poi farci dei soprammobili, sono particolarmente scioccanti. QUANZA era ancora accanto alla madre morta quando si iniziò ad investigare su questo orribile fatto. Fu catturata nel pomeriggio del 30 ottobre 2012 e arrivò alla nursery di Nairobi quella stessa sera, in buona salute, ma molto traumatizzata e “selvaggia”, ben sapendo chi le aveva ucciso la mamma e gli altri membri della sua famiglia. Probabilmente vide anche quando la faccia di sua madre venne fatta a pezzi e le sue lunghe zanne portate via. Dopo alcuni giorni QUANZA capi’ che non tutti gli umani sono malvagi e in questo venne aiutata dagli altri orfani della nursery. Alcune persone coinvolte nell’uccisione di Qumquat e della sua famiglia sono poi state arrestate, ma fu incredibile sapere che il colpevole era già stato arrestato un anno prima e poi rilasciato. L’unico piccolo conforto che possiamo avere e’ pensare al fatto che i geni di Qumquat vivranno attraverso QUANZA e quindi grazie a tutti quelli che hanno partecipato al suo salvataggio.
Il ciondolo di Quanza
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