DISTRUZIONE PUBBLICA DELL’AVORIO

 

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UN ALBUM IN MEMORIA DEI CADUTI…

Dal 2000 al 2016, i movimenti su larga scala di avorio sono stati costantemente in crescita in termini di numero di spedizioni e quantità di avorio venduto illegalmente!

IL MONDO SI STA UNENDO SEMPRE DI PIU’ PER DIRE BASTA ALL’AVORIO!

L’effetto DOMINO avanza!
Anche la sua distruzione sta assumendo una valenza molto importante in tutto il mondo! In ordine di tempo l’ultima distruzione pubblica è stata quella storica del Kenya il 30 aprile del 2016 con Oltre 105 tonnellate di avorio, che sono costate la vita di 6.000-7.000 elefanti, e oltre una tonnellata e mezza di corni di rinoceronte a seguire il Cameroon con 3.5 tonnellate avvenuta il 19 aprile del 2016, poco prima la Malasya il 14 aprile del ha distrutto 9.55 tonnellate. In Italia,
con 0.5 tonnellate, preceduta dal Malawi del 14 marzo del 2016 con 2.6 tonnellate, mentre il Mozambico il 7 luglio del 2015 ha distrutto 1.1 tonnellate di avorio e 124 kg di corna di rinoceronte a seguire il 19 giugno dello stesso anno  a New York City è stato distrutto circa 1 tonnellata di avorio sequestrato. Il 29 aprile 2015 il Congo ha dato fuoco invece a 5 tonnellate d’avorio mentre lo stesso giorno anche gli Emirati Arabi Uniti hanno distrutto con una pressa un non precisato numero di zanne 12 tonnellate? l’Etiopia il 20 marzo del 2015 ha distrutto 6.1 tonnellate d’avorio, il Kenya per la terza volta sempre a marzo del 2015 ha distrutto 15 tonnellate, Hong Konk il 15 maggio del 2014 ha distrutto 30 tonnellate, il Belgio il 9 Aprile del 2014 ha distrutto 1,5 tonnellate di avorio, il Chad il 21 febbraio 2014 ha distrutto 1.1 tonnellate d’avorio, la Francia invece il 6 febbraio del 2014 ha distrutto a Parigi 3 tonnellate d’avorio, il 6 gennaio 2014 la Cina ha distrutto 6,1 tonnellate d’avorio confiscato, incluse centinaia di sculture e oggetti d’arte, pochi mesi dopo la distruzione di avorio avvenuta a Denver, negli Stati Uniti, nel novembre 2013, voluta dal governo americano. Queste cerimonie altamente simboliche sono state precedute da eventi simili nelle Filippine (giugno 2013), in Gabon (giugno 2012) e in Kenya la prima nel luglio del 1989 e la seconda nel luglio del 2011.

Il totale di avorio fino ad ora distrutto pubblicamente è stimato essere pari a 235 tonnellate!

Il Kenya il 30 aprile del 2016 ha bruciato circa 105 tonnellate di avorio, che sono costate la vita di 6.000-7.000 elefanti, e oltre una tonnellata e mezza di corni di rinoceronte! Pari al 5% dello stock mondiale di avorio patrimonio totale di avorio stimato

http://www.easyviaggio.com/attualita/in-kenya-bruciate-in-falo-105-tonnellate-di-avorio-contro-il-bracconaggio-68867

http://www.theguardian.com/environment/africa-wild/2016/apr/23/why-it-makes-sense-to-burn-ivory-stockpiles

http://www.ifaw.org/international/news/largest-ivory-burn-ever-kenya?ms=IONDC160001072&cid=701F0000000Sxq6

 

Ricordiamo che il 27 april, e del 2016, quattro guiorni prima del rogo, il presidente del Kenya, Uhuru Kenyatta, ha convocato un summit, venerdi’ a Nanyuki (centro del Kenya), di presidenti africani e attivisti per la protezione della fauna, per individuare politiche comuni che mettano fine al bracconaggio e al traffico illegale di avorio. Un summit che precede la cerimonia, che si svolgera’ sabato nel Parco Nazionale di Nairobi dove verra’ bruciata la quasi totalita’ dello stock d’avorio del Paese. Una cerimonia che vuole mettere l’accento sul declino della popolazione di elefanti in tutta l’Africa.
Secondo le ultime stime, in Africa, oggi, vivono tra i 450mila e i 500mila elefanti e ogni anno circa 30mila esemplari vengono abbattuti dai bracconieri. Un ritmo allarmante che, secondo le Ong per la protezione della fauna, puo’ portare all’estinzione degli elefanti allo stato selvaggio in breve tempo. Nella sola Tanzania, la popolazione di elefanti e’ passata da 110mila esemplari nel 2009, a circa 43mila nel 2014, secondo le statistiche ufficiali.
Sabato, nel Parco nazionale di Nairobi, verranno bruciate 105 tonnellate di avorio, la piu’ grande quantita’ mai distrutta fino ad ora e che rappresenta il 5% dello stock mondiale d’avorio. Durante la stessa cerimonia verranno bruciati anche 1,5 tonnellate di corna di rinoceronte. L’avorio e’ destinato, principalmente, al mercato asiatico e in particolare a quello cinese dove un chilo di avorio viene negoziato a partire da mille euro.
Al summit di venerdi’ partecipano, oltre al presidente kenyano, anche quello ugandase, Yoweri Museveni, quello del Botswana, Ian Khama, e il presidente gabonese Ali Bongo Ondimba. Bongo rappresenta l’altra parte del continente piu’ toccato dal bracconaggio: l’Africa centrale. In Gabon vivono piu’ della meta’ degli 80mila elefanti di foresta di tutta l’Africa. (AGI)
Fea

 

Il Kenya chiederà l’introduzione del divieto totale delle vendite di avorio a livello mondiale quando alla fine dell’anno si riunirà in Sudafrica la Convenzione sul commercio internazionale di specie a rischio di estinzione. Eliminare gli stock di avorio confiscato è anche un deterrente contro il possibile commercio illegale di questo materiale intercettato dai controlli e dalle indagini portate avanti dal governo africano.

 

ASPETTIAMO EVENTI SIMILI IN TUTTI GLI STATI E NAZIONI DEL MONDO!

IL MONDO SI MUOVE E L’EFFETTO DOMINO AVANZA!!

#peramoredeglielefanti #pengolifeproject @pengolifeproject #aiutiamoliavivereora

 

Ricordiamo la prima Campagna sorta a livello internazionle per dire NO AL MERCATO DELL’AVORIO!

Say NO to Ivory

 

PERCHE’ DISTRUGGERE L’AVORIO:
Il SIGNIFICATO DELLA DISTRUZIONE DELL‘ AVORIO
 
Il Kenia è stato il primo paese che nel 1989 ha bruciato le proprie scorte di avorio confiscato. Il messaggio che fu dato al mondo grazie a questo primo gesto fu che il valore monetario dell’ avorio distrutto durante tale incendio non contava e non conta nulla rispetto alla vita degli elefanti. In tal modo il Kenia ha dichiarato guerra ai bracconieri ed annunciato al mondo intero il proprio no rispetto al commercio di avorio, dando assoluta priorità alla difesa degli elefanti.
In seguito al drastico incremento dei bracconieri nel corso degli anni, sia il Kenia che altri paesi hanno ripetutamente distrutto le proprie scorte di avorio,
– al fine di dare un segnale inequivocabile di intolleranza rispetto a qualsiasi forma di bracconaggio e contrabbando,
– e per sensibilizzare l’ opinione pubblica sul tema dello sterminio degli elefanti e del bracconaggio.
– L’ atto del distruggere l’ avorio getta luce sulla situazione di emergenza in cui vivono migliaia di elefanti, che ogni anno vengono sacrificati a causa di azioni criminali;
– deve servire come sistema deterrente per i criminali e mettere loro di fronte al fatto che tutti i reati contro la natura non saranno in alcun modo tollerati, anzi saranno puniti con ingenti multe,
– mentre i consumatori di avorio devono essere consapevoli di quali danni stanno causando mediante il loro acquisto.
– La distruzione dell’ avorio di stato deve togliere definitivamente la speranza a bracconieri, contrabbandieri, speculatori e consumatori che ci sarà di nuovo un mercato legale per l ‘avorio.
 
Non è ancora chiaro il motivo per cui ci siano delle scorte di avorio, perché in seguito alla condanna dei criminali e dopo un certo periodo di tempo il materiale sequestrato deve essere smaltito. La conservazione dell’ avorio è costosa ed il valore del materiale attira l’ attenzione per possibili furti. Il segnale che arriva dagli stati quando l’ avorio viene immagazzinato non è positivo, visto che conservare l’ avorio significa speculare e prima o poi trovare un mercato legale per questo materiale vendendolo a scopo di lucro. Se si vuol dare agli elefanti una chance di sopravvivenza, non può esistere un mercato dell’ avorio. E’ possibile sfuggire al pericolo di estinzione in cui si trovano ora gli elefanti solo mettendo al bando completamente e definitivamente il commercio dell’ avorio. Continuare con questo business significa condannare migliaia di animali all’ estinzione. Conservare l’ avorio significa speculare su questo sterminio di elefanti. L‘ unico modo per salvare gli elefanti è rendere nullo il valore dell’ avorio, mettendolo al bando a livello sociale e rendendolo così inutile. Proprio questo è il motivo per cui vengono fatte queste manifestazioni pubbliche di distruzione dell’ avorio.
Alcuni sostengono che è un peccato distruggere l’ avorio, perché si potrebbe vendere questo materiale prezioso ed utilizzarne gli introiti per sostenere azioni di difesa e protezione degli elefanti direttamente in Africa. Tuttavia queste persone dimenticano che TUTTE le vendite di avorio sono dannose e sono una forma di incitamento per i bracconieri. La domanda per questo bene è insaziabile e sarebbe ulteriormente stimolata nel caso di azioni di questo genere.
Su tutto deve prevalere il divieto internazionale del commercio di avorio. Per ogni paese che ha sottoscritto l’ accordo raggiunto durante la Convenzione di Washington (CITES – Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora selvatiche minacciate di estinzione) l’ esportazione dell’ avorio è illegale. Secondo la regolamentazione stabilita da tale Convenzione l’ avorio sequestrato può essere utilizzato solo per fini di conoscenza e di studio, al termine del processo legale e dopo il prelievo di un campione di DNA per determinarne l’ origine.
Quindi risulta anche falsa l’ affermazione secondo cui la distruzione dell’ avorio confiscato ne comporterebbe un aumento del prezzo sul mercato, visto che il divieto di commercio dovrebbe impedirne l’ ingresso sul mercato.
 
La pressante proposta di inondare il mercato con la vendita di avorio affinché la domanda di questo bene sia soddisfatta ed al fine di ridurne i prezzi non può funzionare, al di là del fatto che tale vendita sarebbe illegale; anzi si può dimostrare il contrario prendendo in considerazione la cosiddetta “vendita unica” autorizzata da CITES: il prezzo da allora è aumentato velocemente ed di conseguenza si è avuto un incremento drastico del bracconaggio.
 
Le disposizioni di CITES prevedono che anche nel caso di queste vendite uniche venga venduto solo l’ avorio appartenuto ad elefanti deceduti per cause naturali, ad elefanti “problematici” oppure abbattuti selettivamente. L‘ avorio appartenente ad elefanti cacciati di frodo, già sequestrato, non può in alcun modo essere venduto.
Da luglio 2014 anche CITES riconosce e raccomanda la distruzione dell’ avorio illegale, piuttosto che la conservazione. Tutti gli stati sono obbligati a controllare le importazioni e le esportazioni da e verso il proprio paese, tuttavia solo una piccola parte dell’ avorio di contrabbando viene scoperta e sequestrata. Gli esperti ritengono che circa il 90% di questo avorio non venga scoperto durante i controlli in dogana e quindi sia introdotto di nascosto sul mercato legale.
Per tali ragioni, se l’ umanità vuole essere così generosa da permettere agli elefanti di continuare a vivere su questo pianeta, si richiede con urgenza che soprattutto Cina, Hong Kong, Stati Uniti e Tailandia chiudano completamente il mercato nazionale di avorio. Alla luce di ciò la lettera aperta del 22 gennaio 2014, in cui 11 organizzazioni non governative intimavano ai governi UE la distruzione delle scorte di avorio (vedi download sotto), risulta essere molto attuale.
Se un paese europeo distrugge le proprie scorte di avorio dimostra, oltre alla propria consapevolezza ambientale ed alla determinazione nella lotta ai criminali che si occupano di bracconaggio, di essere molto solidale con i paesi africani ed asiatici che si battono per salvare i propri elefanti. Il Belgio e la Francia hanno già organizzato azioni pubbliche di distruzione dell’ avorio nel 2014. L’ Italia ne ha fatta una nel marzo 2016.
Si dice che la Germania abbia un ruolo rilevante all’ interno dell’ Unione Europea. Quando avverrà la distruzione delle tonnellate di avorio che sono conservate in Germania?
Nell‘ aprile 2016 il Kenia brucerà più di 100 tonnellate di avorio, la quantità maggiore di merce che è stata distrutta in azioni di questo genere.
La Tanzania vorrebbe continuare a conservare le oltre 120 tonnellate di avorio di cui dispone…
Birgit Hampl
Traduzione: Maria Masperi

 

 

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