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PRIMO IVORY-CRUSH IN ITALIA

Roma 31 marzo 2015 – CIRCO MASSIMO – ORE 17.00

Intervista ed immagini dal minuto 08.00
di Rai due “Cronache animali” sull’Ivory Crush svoltosi a Roma al Circo Massimo giovedi 31 marzo. Mezza tonnellata è stata distrutta davanti ad un folto e commosso pubblico intervenuto per commemorare gli elefanti uccisi, vittime innocenti di un barbaro commercio. Interessanti le interviste al dott Crosta di EAL ed al dott Giovannella del PLP che hanno potuto approfondire, su aspetti diversi ma complementari, la situazione in corso ed il perché di questo evento. Un grazie di cuore alla sensibilità della bravissima autrice Stefania Bove, presente all’evento con il figlio, a Marino Maranzana, a chi ha prodotto il video Franco Carrozzinoed  al sempre garbato e partecipe Massimiliano Ossini.
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-fd5b38cf-2c85-4947-b32e-bf7dc3727b8e.html#p=0
POST FB di Pengo Life Project:
Onore ai caduti: Roma IVORYCRUSH 31 marzo 2016
https://www.facebook.com/media/set/?set=a.1154167667927591.1073741933.130734410270927&type=3

YOU-TUBE: https://youtu.be/NV5pVxgj_OQ

Silenzio. Un silenzio rotto solo dalla macchina che triturava senza sosta tutte quelle zanne, una alla volta. Quante morti. Un peso, come un macigno sul cuore. Speriamo che questo fermi il massacro perpetrato ed aumentato in questi ultimi anni. Per amore degli elefanti. Per amore della vita.

Presente anche il dott. Giovannella in qualità di Presidente del Pengo Life Project ed ambasciatore del Thè David Sheldrick Wildlife Trust :”non si poteva certo mancare a questo evento che è sia commemorazione degli elefanti massacrati che risposta dell’Italia al commercio di avorio. “Lo stesso Giovannella ha portato simbolicamente dell’avorio a triturare per sottolineare anche l’impegno del Pengo Life Project a protezione di questa specie a rischio di estinzione ed il suo supporto al DSWT nella lotta contro il bracconaggio.
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Il fuoco purifica, la macchina che tritura amplifica il dolore…
Avrei voluto spiegare alle persone presenti quanto le zanne fossero utili all’elefante, ma non ce né stato il tempo.
Avrei voluto dire che quei cimeli rappresentavano elefanti di diversi Habitat: foresta, deserto e della savana, ma non ce né stato il tempo. Avrei voluto dire che quei denti appartenevano ad individui, di età e di genere diversi: ognuno ha la sua storia , ma non c’è né stato il tempo.
Avrei voluto dire che non c’era nulla di simbolico in ciò che si stava consumando in quegli attimi, ma non ce né stato il tempo.
Avrei voluto chiedere ad ogni persona presente, che ha sentito il bisogno di porre uno di quei reperti sul rullo, se avesse mai visto da vicino un elefante o un orfano dell’avorio, o se avesse mai incrociato il suo sguardo…ma non ce ne stato il tempo.
Avrei voluto dire che per gli elefanti ormai non c’è più tempo,
ma questo è stato detto!
Ho visto invece un bambino, silenzioso, che con la sua manina ha voluto accompagnare quel che restava di un elefante verso l’esito finale…lui era molto serio, lui ha sentito…ha sentito la profondità del gesto, forse non ha capito del tutto, ma era molto serio!
Ho visto e sentito molte cose che non avrei voluto né vedere né sentire! Un silenzio cittadino è stato interrotto dal rumore infernale di una macchina trituratrice…
Sarebbe stato bello che ci fosse stato quel minuto di silenzio che si concede a tutte le vittime di qualsiasi guerra o battaglia.
Io, Francesca e molti altri amici del PLP, eravamo lì per onorare i caduti!
Onore a Voi dunque Elefanti!
Aldo Giovannella

Ricordiamo la prima Campagna sorta a livello internazionle per dire NO AL MERCATO DELL’AVORIO!

Say NO to Ivory

Roma dalla parte degli elefanti, distrutta mezza tonnellata d’avorio al Circo Massimo

 Si è svolto il 30 marzo il primo “ivory crush” pubblico italiano, per lanciare un segnale forte contro il commercio di avorio.

Un modo per dire ‘no’ al fenomeno del bracconaggio, una pratica illegale dal 1989 ma ancora tristemente diffusa, e fermare il traffico di avorio e alle organizzazioni criminali che traggono profitto da queste attività illegali. Il primo ‘crush ivory’ italiano si è svolto a Roma, sull’onda di identici atti compiuti recentemente a New York (Time Square) e Parigi (Torre Eiffel): cinque quintali di avorio confiscato, distrutti da una macchina industriale schiacciasassi. Anche l’Italia aderisce così alla campagna internazionale di distruzione delle zanne d’elefante, con la presenza all’evento del ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, del Corpo forestale dello Stato e della Ong Elephant Action League (EAL).

Durante la cerimonia il testimone è passato anche ad un rappresentate del Kenya, che il 30 aprile brucerà la più grande quantità di avorio mai distrutta fino ad oggi: 120 tonnellate.

Oltre al ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, presenti all’evento anche il sottosegretario Barbara Degani, il capo del Corpo forestale Cesare Patrone, i presidenti delle Commissioni ambiente di Camera e Senato Ermete Realacci, Giuseppe Marinello e il commissario Tronca.

“Stiamo lavorando a un provvedimento che proibisca il commercio, anche legale, di avorio. Non voglio più vedere avorio nelle case degli italiani – ha detto il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti – Ogni quarto d’ora nel mondo viene ucciso un elefante, tra poco non ci saranno pù. Dobbiamo salvare le diversià e oggi lo facciamo con un gesto simbolico: applicheremo la direttiva europea contro il traffico illegale, visto che l’Europa assorbe un terzo del traffico mondiale. Ma stiamo lavorando anche al traffico legale”.

 

Dal Kenya al Belgio, gli ivory crash in tutto il mondo

Questi i Paesi che hanno distrutto gli stock di avorio (interamente o parzialmente): Kenya (una prima volta nel 1989 e nel 1991 una seconda volta, distrutte 6,8 tonnellate); nel 1992 gli Emirati Arabi Uniti (1distrutte 12 tonnellate) e Zambia (9,5 tonnellate); ancora Kenya nel 2011; (5 tonnellate); nel 2012 il Gabon (4,8 tonnellate); nel 2013 gli Usa (6 tonnellate) e le Filippine (5 tonnellate); nel 2014 Chad (1,1 tonnellate), Hong Kong (28 tonnellate), Cina (6,15 tonnellate), Francia (3 tonnellate) e Belgio (1,5 tonnellate); nel 2015 ancora Kenya (15 tonnellate), Etiopia (6,1 tonnellate), Repubblica del Congo (4,7 tonnellate), Cina (662 kg), Usa (un po’ meno di 1 tonnellata) e Mozambico (2,4 tonnellate).

http://www.pengolifeproject.it/lavorio-distrutto/

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Il  SIGNIFICATO  DELLA  DISTRUZIONE  DELL‘  AVORIO

http://graueriesen.jimdo.com/elefanten-elephants/distruzione-dell-avorio-perch%C3%A9/

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